venerdì 22 novembre 2013

Le tre vite di Bravo

Nella vita editoriale di Bravo! è possibile distinguere tre periodi:

Periodo fiammingo [1936-1940]

Emigrato in Belgio agli inizi del secolo, l’olandese Jan Meuwissen diventò editore di periodici di moda. Dopo la prima guerra mondiale diversificò la produzione pubblicando anche Cine Revue, Femmes d’Aujourd’hui/Het Rijk der Vrouw, ABC e AZ, organo culturale del partito socialista belga, allora in espansione. Avendo seguito con interesse le pubblicazioni di Paul Winkler e della sua Opéra Mundi, decise di editare un settimanale per la gioventù, Bravo! affidandone la stampa alla Nederlandsche Rotogravuur Maatschappu (NRM), che stampava anche Femmes d’Aujourd’hui.


La gestione del settimanale in lingua olandese fu affidata allo scrittore Jean Ray, che sotto vari pseudonimi ha pubblicato in quattro anni ben 197 racconti e 23 romanzi a puntate. La veste editoriale ricordava quella degli illustrati dell’epoca per la carta, il formato e i colori in bicromia blu e rossa in tutte le sfumature. C’erano i fumetti e una parte redazionale. Pregevoli le avventure poliziesche di Edmund Bell, con testo di Ray sottostante le vignette e disegni del pittore Van den Berghe.




Periodo bellico in francese e olandese [1940-1945]

Per vicissitudini conseguenti all’Occupazione nazista, l’editore decise di creare una versione francese del periodico cambiando il proprio nome in Jean Meuwissen e passando la produzione alla Sociéte Anonyme de Rotogravure d’Art (SAR), equipaggiata per la stampa in elioincisione. Sotto la direzione artistica di Jean Dratz e il caporedattore Eugéne Peeters il settimanale uscì a colori, con il concorso di nuovi autori e illustratori. Il target dei lettori non era più quello adolescenziale ma dei giovanissimi (6-12 anni) perché era quello su cui i nazisti non esercitavano una vera censura. In pratica i lettori erano più giovani di quelli di Spirou. Con l’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto le strisce americane furono sospese e con urgenza furono reclutati i nuovi autori Laudy, Sirius, Jacobs, Vandersteen, il cui impulso, grazie anche alla sospensione di Aventures illustrées-Bimbo, Petits Belges e Le Journal de Spirou, permise a Bravo! di superare le 300.000 copie, di cui oltre i due terzi nella versione francese. 
Jacobs (futuro creatore di Blake et Mortimer) in brevissimo tempo riuscì a creare delle tavole che conclusero in maniera dignitosa la storia di Gordon l’intrépide (Flash Gordon), al contrario di quanto successe in Italia sull’Avventuroso di Nerbini, i cui lettori non seppero come finirono le avventure del biondo eroe sul pianeta Mongo, sostituite all’improvviso da un tedioso I tre di Macallé di Giove Toppi, un racconto coloniale che pagava un tributo all’apologia del fascismo e dell’italianità.

Ecco le cinque puntate di Gordon l'Intrépide disegnate da Jacobs:







Nell’aprile del 1944 la tiratura del settimanale aumentò ulteriormente in concomitanza con la pubblicazione di Sindbad le marin di Vandersteen,  Le Rayon U di Jacobs e altri fumetti.
Sul piano ideologico i contenuti del periodico furono inattaccabili dalla censura nazista, non essendovi che poche allusioni indirette al conflitto in corso. Alla fine della guerra, nella relazione dell’esperto contabile designato dal tribunale militare c’era scritto di non aver trovato alcun tipo di propaganda per i nazisti, anzi si sottolineava come era stata rifiutata una pubblicità per reclutare lavoratori in Germania.

Periodo post bellico [1946-1951]




Nell’ottobre 1944 il periodico ricompariva con la scritta “Nuova Serie” e privo di data, con grande disappunto dei collezionisti. Nonostante l’impostazione della rivista fosse ancora quella di Dratz, purtroppo i “vecchi” autori avevano diradato le loro collaborazioni, perché attirati da altre pubblicazioni. Il che portò nel 1951  a un cambiamento della testata in Journal des enfants de Femmes d’Aujourd’hui, anticamera della chiusura definitiva nel 1951.








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