mercoledì 19 agosto 2015

Il 1848 e la Comune di Parigi nella BD - L’urlo del popolo


L’urlo del popolo è un adattamento del romanzo omonimo di Jean Vautrin, pseudonimo dello scrittore regista Jean Herman, scritto nel 1998 e magnificamente realizzato da Jacques Tardi. Il racconto è degno di Victor Hugo, a metà strada fra i suoi Miserabili e I misteri di Parigi di Eugène Sue, in cui Tardi riesce in modo strabiliante a restituire la Parigi di quel periodo con tutte le sue miserie umane e i suoi splendori architettonici creati dal barone di Haussman nell’epoca di Napoleone III.



L’atmosfera del racconto, abbastanza truculento in certe scene ed esaltante in altre, è perfettamente sintetizzata nelle riflessioni di un commissario che presagisce l’imminente tempesta, sulle condizioni e sullo stato d’animo del popolo parigino e, per estensione, di quello francese: «Scelte che non tengono conto del malcontento dei parigini, della povertà, della stanchezza delle truppe provate dalla sconfitta, dello scollamento dei reparti di polizia. È una politica che non tiene conto della realtà delle cose, una politica che procede contro ogni buon senso…E mi fermo qui per decenza»



Numerosi i personaggi realmente esistiti presenti nel racconto: fra i tanti il pittore Gustave Courbet con il suo celebre e controverso quadro L’origine del mondo e il giornalista scrittore di estrema sinistra Jules Vallés, fondatore del gazzettino Le Cri du Peuple che dà il titolo al romanzo e alla BD omonima; nel racconto sono citati, inoltre, tutti i protagonisti della sanguinosa rivoluzione e della reazione governativa, da Thiers a Mac Mahon fino a comunardi e generali protagonisti di quegli eventi, ignoti alla maggioranza dei lettori italiani. 


Filo conduttore del racconto è la ricerca di una vendetta privata di un ex-notaio, ex-galeotto (Jean Valjean, Edmond Dantés e François Vidocq vi dicono qualcosa?) ora con nuovo nome, vice capo della Sureté, la polizia di sicurezza, il quale deve vendicare l’abominevole assassinio della figlioccia. Nella trama si inserisce la lotta fra una setta di ladri, detta Occhio di vetro che ricorda quella dei Ladri d’Imperi, e la Sûreté.


Il vero protagonista del racconto, però, è il popolo parigino con i suoi intellettuali, gli operai, gli artigiani, i ladri e le prostitute, giovani e anziani di ambo i sessi senza futuro ma ricchi di ideali libertari sommariamente sacrificati da una reazione governativa brutale e priva di ogni pietà. In tutto il racconto si respira l’anelito di libertà di questo popolo, deluso dai propri governanti e dalle classi più agiate sfruttatrici. Le scene delle fucilazioni, da ambo le parti dei contendenti, sono molto forti e fanno venire alla mente quelle immortalate da Francisco Goya!



La sequenza delle intricate vicende storiche sulla difesa delle barricate da parte dei comunardi nei vari quartieri della città e sulla loro riconquista da parte dell’esercito governativo è puntigliosamente narrata dall’autore ricorrendo all’artifizio della narrazione verbale fatta dai protagonisti del racconto, inserita nella striscia superiore della tavola con illustrazioni di tali eventi in quella inferiore.



L’uso da parte dell’autore di un disegno in bianco e nero e di un formato orizzontale con due strisce per tavola chiamato in Francia “à l’italienne”, abbastanza desueto per la produzione moderna franco-belga caratterizzano la splendida ricostruzione architettonica dei vicoli, dei boulevards, delle piazze, dei palazzi e dei quartieri completamente diversi da come sono oggi; sicuramente frutto di una ricerca certosina su fotografie e stampe dell’epoca.



Mai vista una Parigi così viva e palpitante, forse solo ne Le 7 vite dello Sparviero di Cothias e Juillard! Alcune scene sulla Comune sono simili a quelle proposte da Jamar ne Ladri di Imperi, segno di un’identica fonte iconografica, però proprio dal confronto emerge più netta la supremazia artistica di Tardi, testimoniata dalla perfetta fusione fra lo stile caricaturale nella rappresentazione dei personaggi e la precisione dei particolari in ogni vignetta.


Dopo il 1871 dovettero trascorrere altri 74 anni per una sollevazione del popolo parigino contro una nuova invasione “prussiana” (Hitler), epicamente narrata in Parigi brucia? di Dominique Lapierre e Larry Collins, e 97 anni per una rivoluzione generazionale contro un potere governativo centrale e un sistema di vita ormai obsoleto (maggio 1968).




Queste due rivolte, più vicine a noi, attendono ancora una BD che ne sappia illustrare in maniera epica la storia come avvenuto, invece, per il 1848 con Sambre e per la Comune del 1871 con Ladri d’Imperi e L’urlo del popolo.



I quattro volumi della Casterman sono stati tradotti in Italia nel 2011-12 in due volumi dalle Edizioni DOUBLe SHOT.
 
1 - Les Canons du 18 mars (Casterman, 2001)


- I cannoni del 18 marzo
volume 1, DOUbLe SHOt, 2011

2 - L'espoir assassiné (Casterman, 2002)


- La speranza assassinata
volume 1, DOUbLe SHOt, 2011

3 - Les heures sanglantes (Casterman, 2003)


- Le ore insanguinate
volume 2, DOUbLe SHOt, 2012

4 - Le testament des ruines (Casterman 2004)


- Il testamento delle rovine
volume 2, DOUbLe SHOt, 2012


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