giovedì 3 novembre 2016

Paul Gillon


Paul Gillon è uno dei massimi autori francesi di BD realiste. Specialista in storie avventurose ha sviluppato uno stile molto accademico e virtuoso nel suo realismo, i suoi disegni sono sempre stati di altissimo livello, di un’eleganza e di un rigore eccezionali, in grado di rivaleggiare con quelli di Hal Foster e Alex Raymond, di cui, peraltro, è stato ammiratore in gioventù. Eppure da noi è poco conosciuto e apprezzato.


Con Jean-Claude Forest frequenta a Parigi lo Studio Trèfle, in seguito divenuto L’Atelier 63, aperto nel 1946 da Raymond Poïvet, luogo dove si ritrovano giovani autori debuttanti, fra cui Robert Gigi, Christian Gatignol, detto Gaty, Guy Mouminoux, Lucien Nortier, Jean Frisano.


Nel 1947 inizia a collaborare con la redazione di Vaillant, il settimanale comunista, dove conosce Roger Lecureux, Jean Ollivier e il caporedattore René Moreu. Inizia disegnando un personaggio esotico, Linx Blanc, sul genere del Jungle Jim di Raymond



Nel 1953, su testi di Lecureux, realizza Fils de Chine, una storia immaginaria sulla Lunga Marcia di Mao in Cina, tradotta su Il Pioniere; dal 1955 realizza Le Cormoran su soggetti di Ollivier; nel 1958 disegna Wango e infine nel 1968 Jérémie.





Del periodo trascorso a Vaillant l’autore ricorda di non aver mai avuto censure sul proprio lavoro e che i collaboratori vivevano, mangiavano e si divertivano insieme come se fossero stati una famiglia.



Nel 1959, grazie ai buoni uffici di Vania Beauvais, responsabile del settore fumetti nel quotidiano France-Soir, inizia a disegnare la striscia giornaliera 13 Rue de l’espoir, una soap-opera realistica pubblicata fino al 1972 (oltre 4.000 strisce), su testi dei fratelli Jacques e François Gall; la striscia narra le vicende di una ventenne parigina.


All'inizio degli anni sessanta illustra per Le Journal de Mickey, La deesse d'Or, su testi di Brigitte Muel, e la serie Les temps des copains, su testi di Canolle, che appare ogni settimana sulla doppia pagina centrale del periodico.


Nel 1964, Jean-Claude Forest e Remo Forlani decidono di creare Chouchou, magazine di BD per adulti in grande formato per l’editore Filipacchi, titolo ripreso dal nome della mascotte della trasmissione Salut les copains, che assicura il successo di una nuova generazione di cantanti. Forest propone a Gillon, già cultore di fantascienza, di consacrarsi a quel genere nella nuova rivista. Dopo aver rifiutato un primo soggetto del romanziere di science-fiction Pierre Versins, Gillon accetta il progetto de Les Naufragés du temps concepito da Forest, sotto lo pseudonimo di J. Valherb.


Sfortunatamente Chouchou chiude i battenti dopo meno di un anno. La promettente serie non riesce a trovare una rivista che la pubblichi, poiché non risulta nel tono delle opere pubblicate su Tintin o Spirou e Vaillant aveva già Les Pionniers de l’Espérance di Poïvet. A quel punto il quotidiano France-Soir accetta la BD. Forest e Gillon rimaneggiano subito le vecchie tavole apparse su Chouchou. A partire da quella data i volumi iniziano a comparire prima da Hachette e poi presso la nuova casa editrice Humanoïdes Associés che le pubblica sulla rivista Métal Hurlant.


Su Le Journal de Mickey, nel 1982, pubblica Teva, la sua ultima storia marinara.
Altre opere sono Les Léviathans, un polar duro, Au nom de tout le miens sull’Olocausto, La derniere des salles obscures e L’Ordre de Cicéron, legal thriller su saga familiare di avvocati, e infine Jehanne, di cui parleremo a breve.


Il suo capolavoro è La Survivante, un racconto sul dopo bomba più volte tradotto in Italia.
Ha creato, inoltre, numerose ed eleganti illustrazioni per i settimanali femminili.




Quindi la sua opera può essere suddivisa, grosso modo, su cinque direttrici:

ricostruzione storica con Fils de Chine, Jehanne, Au nome de tous les miens, Décalogue, e Histoire du Socialism en France,

esotica con Linx Blanc e Wango,

marinara con Capitaine Cormoran, Jérémie, Téva e Moby Dick,

fantascientifica con Les Naufrages du temps, La Survivante e Les Léviathans

e, infine, quella moderna con Le Temps des copains, 13 Rue de l’espoir, La derniere des salles obscures, La Veuve blanche e L’Ordre de Ciceron.


I disegni di Gillon risaltano per ordine e leggibilità, forse sono un poco freddi ma di assoluta alta classe, caratteristiche presenti in tutte le opere da lui create in più di mezzo secolo.



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