mercoledì 28 dicembre 2016

Un Verne antropomorfo


Da Jean De La Fontaine, uno dei continuatori moderni della tradizione favolistica-antropomorfa che discende da Esopo e Fedro, a Jules Verne, padre riconosciuto del romanzo d’anticipazione o se preferite di fantascienza, il passo può sembrare lungo. Eppure l’editore Delcourt è riuscito a fondere i due grandi della letteratura francese in una trilogia che ripropone I figli del capitano Grant in versione animaliera. 



In Francia esiste una tradizione nella BD di personaggi animalieri che si comportano come esseri umani. Il primo esempio più celebre è il papero Gédéon (1923) di Benjamin Rabier, un precursore della Ligne Claire che ha influenzato Hergé, tradotto dalla Rizzoli in due volumi negli anni ’80.



Poi c’è La Bête est morte!, una satira in stile disneyano sulla 2 Guerra mondiale disegnata da Edmond-François Calvo, su soggetto di Victor Dancette, editore di pubblicazioni per la gioventù, e di Jacques Zimmermann, pubblicata in due albi nel 1944, durante l’Occupazione nazista della Francia. La Bestia in questione è naturalmente Hitler, rappresentato sotto forma di lupo mentre Mussolini è una iena, Roosvelt un bisonte, Stalin un orso polare, De Gaulle una cicogna, Churchil un cane, Hiro Hito una scimmia gialla e via dicendo. Inedito in Italia.


La più lunga serie di Calvo è Moustache et Trotinette, un gatto e un topo molto amici pubblicati dal 1952 sul periodico femminile Femmes d’Aujourd’hui, il medesimo che ha presentato le avventure di Bob Morane e le opere di William Vance.


Oscar le petit canard è il papero creato da Mat (alias Marcel Turlin) sul periodico Fillette nel 1946. Mat è un vero specialista di personaggi animalieri: Boubou le petit éléphant, Youpla le kangourou, Fanfan le petit ours blanc.


Nel medesimo anno esce il settimanale Robin l’ecureil il cui protagonista è, appunto, l’omonimo scoiattolo disegnato da Robert Dansler, più noto come Bob Dan, un autore  dell’immediato dopoguerra più portato per le storie avventurose.   



Dopo pochi altri esempi di BD animaliere per l’infanzia, arriviamo a Chlorophylle (Tintin, 1954)


e poi Sibylline (Spirou, 1965) di Raymond Macherot, due capolavori della BD animaliera di cui abbiamo parlato più volte, tradotti sul Tintin Vallardi e sul Corriere dei Piccoli.




Nel 1969 irrompe Mic Delinx (Michel Houdelinckx) con la sua celebre e folle Jungle en folie, su testi di Christian Godard sul settimanale Pilote, di cui sono usciti 20 volumi.



Nel 1981 sulla rivista À Suivre della Casterman un raffinato «noir» di Benoît Sokal, Une enquête de l’inspecteur Canardo, vede protagonista un papero antropomorfo di nome Canardo, investigatore privato di scarso successo capace, però, di intuizioni fulminanti e dotato di un ironico umorismo. I suoi vizi sono l’alcol e le sigarette. A metà strada fra Mike Hammer e Philip Marlowe, sembra una versione animaliera dell’argentino Alan Sinner di Munoz e Sampayo. Di Canardo, sono usciti fino a oggi 24 episodi, di cui due tradotti dalla Milano Libri, prima su Alter e poi nel volume Due inchieste dell’ispettore Anatroni.




Suo epigono è l’ottimo Blacksad degli spagnoli Juan Díaz Canales (testi) e Juanjo Guarnido (disegni), pubblicato da Dargaud in 5 volumi, tradotti da Lizard. É un gatto nero con il muso bianco, detective privato, stupendamente disegnato da Guarnido e colorato con acquerelli.



Non possiamo non citare l’ottima riduzione in quattro volumi de Le vent dans les saules (The Wind in the Willows, 1908) di Kenneth Grahame, realizzata da Michel Plessix in stato di grazia per la Delcourt e tradotta più volte con il titolo Il vento fra i salici da Il Giornalino, Phoenix Enterprise e Magic Press.  


La versione a fumetti del romanzo di Verne, I figli del capitano Grant, è di Alexis Nesme ed è stata tradotta nella collana Tipitondi della Tunué dedicata a fumetti per bambini. Tale collana si fa notare, oltre che per la qualità delle proposte in accordo con la filosofia editoriale della casa editrice, per il particolare formato con le punte delle pagine arrotondate. Molti titoli sono di produzione francese e hanno presentato le versioni a fumetti di Pinocchio, Oliver Twist e Il Giro del mondo in 80 giorni.


Nei decenni trascorsi, in Italia, la trasposizione a fumetti dei romanzi di avventure per l’infanzia sono state innumerevoli, poiché nei settimanali tipo Corriere dei Piccoli, Il Vittorioso, Il Giornalino e altri similari era quasi obbligatorio pubblicare tali riduzioni, forse per ammantare di un velo culturale, semmai ce ne fosse stato bisogno, quelle pubblicazioni acquistate dai genitori per i propri figli.


Tornando a Nesme, dopo una trattativa per realizzare un’opera per la collana di adattamenti letterari Ex-Libris della Delcourt, l’autore decide per il romanzo di Verne. proposto con successo tra il 2009 e il 2014.



Pubblicato inizialmente come feuilleton e  successivamente raccolto in tre volumi nel 1868, Les enfants du capitaine Grant fa parte della celebre collanaVoyages Extraordinaire di Jules Verne edita da Hetzel, di cui si possono ammirare a Parigi, sulla Rive Gauche, alcuni volumi nelle vetrine della Librairie Jules Verne di madame Maxime Roethel, in rue Lagrange, la strada parigina a più alta concentrazione di fumetterie.


Il racconto del viaggio attorno al mondo sull’immaginaria linea del 37° parallelo alla ricerca del naufragato capitano Grant è affascinante, come in tutti i romanzi del celebre scrittore di Nante, e Nesme riesce a mantenere la suddivisione in tre volumi come a suo tempo aveva fatto Verne, però con una resa grafica particolarissima.
I personaggi sono tutti animali antropomorfi e il colore è dato direttamente.


Accattivante l’idea di incorniciare l’inizio di ogni capitolo con decorazioni barocche che richiamano quelle presenti nella collana dell’editore Hetzel. L’accuratezza dei particolari e degli scenari rendono gradevole la lettura del racconto, un poco pesante, con disegni più vicini all’illustrazione che a un fumetto vero e proprio.



Volume fortemente consigliato per chi ama le buone BD e gli intramontabili racconti di Verne. Naturalmente aspettiamo, speranzosi, da Nesme, Delcourt e Tunué un seguito con 20.000 leghe sotto i mari e L’Isola misteriosa per completare la celebre trilogia di Jules Verne.

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